Il mondo delle cover band viaggiava in una dimensione parallela fatta di pub, serate karaoke e sagre paesane, fino a quando ci si è resi conto che rendere omaggio ai propri idoli si stava sempre più trasformando in un’impresa proficua. Il fan – si sa – non ne ha mai abbastanza e allora eccolo preferire la copia carbone del gruppo preferito che suona i pezzi preferiti del periodo preferito al gruppo originale che gli anni che passano hanno fatto forzatamente cambiare.
Gli stessi gruppi che hanno fatto la storia del rock si sono a volte trasformati in cover band di sé stessi, ben sapendo quali sono le canzoni che il loro pubblico vuole ascoltare. I tour milionari dei componenti dei Pink Floyd non sono stati da meno, pensiamo al solo Roger Waters che ha continuato a nutrire i suoi fan di un immaginario abitato da strani animali fluttuanti nei cieli di Londra, lune che mostravano il loro lato più oscuro e muri eretti a testimonianza di traumi e disagi.
Nick Mason, batterista dei Pink Floyd ed unico componente presente in tutti i dischi della band, ha invece scelto di percorrere un cammino del tutto diverso e di rivisitare un periodo ben specifico della sua carriera, quello antecedente il 1973, ed in particolare l’epoca di Syd Barrett e di dischi come “The Piper At The Gates Of Dawn&”, “A Saucerful Of Secrets” e “Ummagumma”. È così che nel 2018 nasce il Nick Mason’s Saucerful of Secrets, una sorta di supergruppo pronto a ricreare quell’atmosfera psichedelica da cui tutto è partito.
Non una tribute band, ma un mezzo per rivivere un’epoca ormai lontana. E accanto a Nick Mason, in questa avventura indietro nel tempo, troviamo Guy Pratt, che dei Pink Floyd è stato il bassista nell’era post Waters, Gary Kemp, indimenticato chitarrista degli Spandau Ballet, e Lee Harris, chitarrista in una delle ultime incarnazioni dei Blockheads, la band da sempre legata a Ian Dury.
Scritto da Carlo Cimmino