Dal 12 settembre 2024 al 6 gennaio 2025 il Museo Civico Archeologico di Bologna ospite
Oltre 60 fotografie selezionate dall’autore insieme all’installazione Common Sense composta da circa 200 scatti e una intervista inedita, per ripercorrere la carriera di uno dei più famosi fotografi documentaristi contemporanei.
Lo sguardo di Martin Parr (classe 1952) è immediatamente riconoscibile, una lente di ingrandimento a colori vivaci che crea storie partendo dalla realtà, che cattura momenti autentici e spesso eccentrici della vita quotidiana cogliendo l’essenza di un luogo o di una situazione attraverso la ricerca del dettaglio perfetto, che offre una prospettiva unica e spesso provocatoria della società contemporanea.
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L’Inghilterra è sempre stata la materia preferita di Martin Parr. Le sue numerose serie fotografiche comiche, dogmatiche, affettuosamente satiriche e colorate documentano cosa significa essere inglese oggi.
Dalla serie in bianco e nero “The Non-Conformists“, con le immagini scattate dal 1975 al 1980 da un inedito, giovane e ispirato Parr, appena terminata la scuola d’arte, si arriva ai progetti a colori come “The Last Resort” (1982- 85), amaramente ironico reportage condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sobborgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni ’80, ovvero in un periodo di profondo declino economico in cui versava il nord-ovest dell’Inghilterra. Tra satira e crudeltà – non priva di una certa tenerezza per i suoi connazionali inglesi – ritrae famiglie a basso reddito in vacanza a New Brighton, piccola località balneare in declino vicino a Liverpool.
Negli anni Novanta lo sguardo di Martin Parr si rivolge al resto del mondo e allo strano universo del turismo di massa. La serie “Small World” (1989 – 2008) riguarda ancora una volta questo tema e la volontà di Parr di condurci in molti tra i siti più frequentati e famosi, mostrando la differenza tra la mitologia idealizzata del luogo e la realtà depredata dall’“uso” che il turista fa del luogo stesso.
Insieme al turismo c’è poi il tema del ballo con la serie “Everybody Dance Now” (1986 -2018). Secondo Martin Parr, a parte la fotografia, la danza è probabilmente la forma di espressione più democratica.
Altro soggetto con cui Parr si è sempre confrontato è la spiaggia: la serie “Life’s a Beach” (2013) mostra scatti provenienti dalle spiagge di tutto il mondo, in un caleidoscopio di immaginari del corpo svestito e del suo mostrarsi in pubblico.
Il progetto espositivo è prodotto da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico, e con il patrocinio del Comune di Bologna.
Scritto da LR