È curioso pensare che mentre scrivo lo spettacolo non esiste ancora. La compagnia è in residenza, prova e riprova, forse ripensa, e in una decina di giorni vedremo sul palco milanese del Teatro dell’Arte di Triennale i performer Biagio Caravano, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Flora Orciari, Laura Scarpini, Francesca Ugolini. Saranno gli abitanti di un nuovo mondo, che viene raccontato come un ritorno ai primordi, a quell’acqua tiepida, torbida e tremolante dove si è sviluppata la vita dopo il Big Bang. Ma ora nasce un nuovo mondo in cui la regola è il disordine, dove ci evolviamo in esseri selvatici e istintivi. Un futuro caldo, acquatico, tropicale come le banane.

Torna in mente un’altro titolo della storia di MK, Eden, progetto del 2020, e il concetto di stato eternamente nascente che sembra un filo rosso nelle loro produzioni recenti. Mi aspetto che Panoramic Banana aggiunga una superficie di brio. Infatti la banana, frutto esotico ormai entrato nella quotidianità globale – banana bread, banana pancake, banana nel porridge e nello yogurt, banana per lo svezzamento e per i crampi, banana che ha tante calorie quanto un piatto di pasta – è, per prima cosa, gialla.

Dal 2000 MK attraversa palcoscenici di tutto il mondo portando avanti una ricerca performativa, coreografica e sonora (in stretta collaborazione con il musicista Lorenzo Bianchi Hoesch), cui si affianca una fitta attività divulgativa che prende forma in laboratori e conferenze. A proposito, subito dopo la prima di Panoramic Banana che si terrà il 18 ottobre presso Triennale Milano, il coreografo Michele Di Stefano, fondatore della compagnia, si fermerà a raccontare al pubblico le direttrici della propria ricerca artistica. Triennale Milano è tra i soggetti produttori del progetto, insieme a mk/KLm, LAC Lugano Arte e Cultura, Théâtre du Briançonnais e Bassano OperaEstate.