«Da Fiorucci avevo imparato la strada senza filtri, la contaminazione e la condivisione con gli altri, tanto è vero che non avevo nemmeno messo una scritta fuori dal mio negozio. Volevo essere trovata, volevo sapere chi ero». Monica Bolzoni, prima che fashion designer, è una figura per sua stessa ammissione ambigua nella scena della Milano da bere. Liminale, si potrebbe dire, rispetto al mainstream degli in cui cominciava ad affermarsi lo stilismo, un piede dentro e uno fuori dal cerchio magico della moda. Così negli anni Ottanta, di ritorno dall’esperienza americana al fianco di Elio Fiorucci, decide, perché le capita, di aprire una boutique. Il luogo prescelto, in via De Amicis 53, è defilato dai circuiti patinati. Il nome “Bianca e Blu” è quasi un objet trouvé, poiché apparteneva al negozio precedente. Monica non ha tempo di pensare a un nome nuovo e poi quello già le piace: è un po’ ambiguo e indefinibile come lei, con quelle due parole affiancate, una femminile e una maschile, che insieme suonano astratte. Istintiva e libera, fa di quello spazio la sua scatola dei giochi: una casa degli specchi dove le pareti riflettono l’immagine delle clienti, che arrivano anche senza insegne, ma solo quelle «pronte, forti e indipendenti, che mi cercavano». Quegli stessi specchi sono ripresi nell’allestimento della mostra che, fino al 12 gennaio, ne celebra il lavoro e la poetica in Triennale. Una prima volta in tanti sensi per l’istituzione milanese, che con “Monica Bolzoni – Il modulo” inaugura ufficialmente le attività del suo Dipartimento moda e taglia il nastro della Design Platform, lo spazio dedicato a esibizioni temporanee di progettisti contemporanei all’interno del rinnovato Museo del Design Italiano. La mostra segna l’inizio di un percorso per Triennale, in cui la moda sarà affrontata e sviscerata come terra di interferenze culturali attraverso i suoi protagonisti e il legame con Milano, come hanno spiegato in conferenza stampa il Presidente, Stefano Boeri, il Consulente Scientifico del Dipartimento Moda, Luca Stoppini, e il Direttore del Museo del Design, Marco Sammicheli. Chiude il cerchio l’acquisizione da parte di Triennale dei capi dell’archivio “Bianca e Blu” di Monica Bolzoni, che entreranno a far parte delle prossime esposizioni.