L’Osservatorio di Fondazione Prada torna con una nuova mostra che si inserisce in quel filone non dichiarato della “ricerca”, intesa non come sperimentazione ma come sguardo che precede. Ovvero dedicata ai processi di studio, di approfondimento o di creazione. In questo caso il linguaggio a cui fa riferimento il titolo è quello dello storyboard, ovvero la trasposizione di una visione, di un mondo che prenderà forma attraverso il susseguirsi di dettagli che qui, ritroviamo destrutturati sulla carta. Quella che ci si presenta è una passeggiata (allestita da Andrea Faraguna dello studio di architettura Sub di Berlino) tra decine di storyboard, moodboard, disegni e schizzi, scrapbook e quaderni, sceneggiature commentate e fotografie, di alcune delle pellicole che hanno fatto la storia del cinema e della nostra vita. Veri capisaldi che, grazie all’imponente lavoro di cura e ricerca coordinato da Melissa Harris, ci portano in un mondo affascinante e misterioso, un vero e proprio punto di partenza di cui, fino ad oggi, conoscevano solo la fine. 800 elementi creati tra la fine degli anni Venti e il 2024 da più di 50 autori tra i quali registi, direttori della fotografia, artisti, grafici, animatori, coreografi e altre figure legate alla produzione di film e video. Esplorare in prima persona i processi fa risaltare il grande lavoro comunitario che c’è dietro, i guizzi e le visioni che poi ci sono rimaste per sempre dentro e che qualcuno, prima ha elaborato, cambiato e rifatto fino a raggiungere quel punto senza nome che è la giustezza della realizzazione.
Da febbraio a settembre 2025 una sezione del programma del Cinema Godard di Fondazione Prada è dedicata a “A Kind of Language”, presentando una selezione di film esaminati nel progetto.
Scritto da LR