Non è il caso di girarci troppo intorno: quando si fa il nome dei Mobb Deep, si parla di uno dei gruppi più influenti della storia dell’hip-hop. Il duo di Queensbridge (NY), pur con la prematura dipartita di Prodigy ormai quasi otto anni fa e nonostante varie peripezie tra scazzi e problemi con la legge, rimane uno di quei gruppi imprescindibili dell’atmosfera grimey della scena newyorkese degli anni Novanta: con le loro sonorità inequivocabilmente street nate tra i palazzoni del Queens, hanno ispirato centinaia di rapperse produttori alla ricerca di qualcosa che suonasse come il loro indiscusso capolavoro “Shook Ones, part II”, non a caso citato in più classifiche come uno dei beat più iconici di sempre.
E poiché sono passati la bellezza di trent’anni dall’uscita dell’altrettanto iconico album che la conteneva (assieme ad altri classici come “Survival of the Fittest”, “Trife Life” e “Eye for a Eye”), il buon Havoc per mantenere sempre più viva la memoria ha chiamato a raccolta due sodali di vecchia data come Big Noyd al microfono e DJ L.E.S ai piatti. Una formazione che promette di celebrare alla grande il trentesimo anniversario di “The Infamous”, con un tour che li porta fino al Monk a festeggiare assieme a fan di vecchia e nuova data, perché come recita il ritornello di Shook Ones, “ain’t no such things as halfway crooks”.
Scritto da Roberto Contini