Quanto ci parlano oggi i miti del passato?
La sociologa Elisabeth Lenk parla di ancronia come simultaneità non indifferente, in cui l’intreccio di epoche si può trovare estremamente distante, ma anche molto vicino, tanto che le pareti dei tempi possono quasi coincidere e si riescono a udire suoni e vedere scene di periodi che non sono il nostro. Esattamente così accade in Medea’s children – l’ultimo lavoro del regista svizzero Milo Rau – il mito fuoriesce da una storia di cronaca nera attuale e vi resta appeso. Il teatro torna a essere il luogo per eccellenza della riflessione sul presente attraverso la storia, la letteratura e i miti, in cui la realtà può essere osservata senza distogliere lo sguardo. Esiste sempre almeno un elemento – il vicino di poltrona, una luce artificiale, una telecamera in scena – che ricorda allo spettatore la natura fittizia di ciò che accade sul palco, eppure, nonostante questo, si resta totalmente coinvolti dall’inizio alla fine.
Scritto da Francesca Rigato