Il Libano e la sua capitale, Beirut, sono stati senza dubbio il paese mediorientale più musicalmente attivo degli ultimi decenni. Dal post-rock sperimentale al jazz, fino all’elettronica di oggi.
Beirut Groove Collective nasce nel 2009 ed è uno di quei casi in cui nel nome c’è già tutto. Lo scopo dichiarato è infatti quello di mappare e proporre in dj set e selezioni tutta quella musica di ispirazione africana e afro-americana con al centro il dio del groove.
Il collettivo, formato da diggers esperti e radicali, ha dato vita a una delle prime feste underground dedicate al vinile nella capitale libanese. Un lavoro pionerestico che ha anticipato di molto la nuova moda per il vinile e il digging, che oggi troviamo in tutto il mondo declinata in modi diversi.
Al timone della creatura fin dagli inizi il vulcanico Ernesto Chahoud. Dj fumantino e che non le manda a dire, dalla capigliatura iconica, seconda solo alle sue selezioni di musica introvabile e irresistibile. Incredibile ma vero questa è la sua prima apparizione romana. Impossibile mancare se siete amanti dello scoppiettio della puntina, dei suoni avvolgenti e della vera essenza di quello che dovrebbe essere un dj.
Scritto da Giulio Pecci