È nota la costante ricerca di Virgilio Sieni verso l’altro. A partire sempre dalla danza – la sua, unica e inimitabile – il coreografo si scontra e si incontra con qualcuno: un pupo e un puparo (Mimmo Cuticchio) in Nudità; la musica di un violoncello suonato da Mario Brunello in Un amico. Omaggio al mondo della musica di Ezio Bosso; o un’auto da abitare come in Sleep in the car. In questo caso, invece, è la cecità, la nuova materia da plasmare. Lo spettacolo si intitola Danza cieca e in scena con lui vi è Giuseppe Comuniello, allievo e interprete di diverse produzioni di Sieni, che in questa occasione torna a danzare in un duo. Nella performance emerge un nuovo modo di indagare lo spazio: un guardare il corpo attraverso il tatto, un esercizio – come lo definisce Sieni – di “allenamento alla presenza dell’aura che ci forgia e ci dilegua”.
Scritto da Francesca Rigato