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mar 24.10 2017

Jerusalem In My Heart

Dove

Monk
Via Giuseppe Mirri 35, 00159 Roma

Quando

martedì 24 ottobre 2017
H 22:00

Quanto

€ 10 con tessera Arci

Stavolta siete fortunati. Se vi foste persi uno dei concerti più stupefacenti visti lo scorso anno a Roma, stasera potrete recuperare. Che poi, definire la versione sul palco di Jerusalem In My Heart come un “concerto” è tanto riduttivo quanto chiamare “progetto audio/video” il duo che lo compone: Radwan Ghazi Moumneh alle parole e musica, Charles-André Coderre agli imprescindibili proiettori analogici che accompagnano e completano con immagini in 16mm le storie rievocate dall’artista libanese. Jerusalem In My Heart è un’installazione cerebrale, un’esperienza immersiva e visionaria, soprattutto dal vivo. Un anno fa, al Monk, Radwan e Charles condensavano in una performance unica un racconto cominciato molti anni fa, in quella terra dei cedri insanguinata dalla guerra civile. Il lungo percorso circolare di Radwan in seguito è passato attraverso l’Oman, approdato a Montreal – dove l’artista è diventato un riferimento nell’underground vicino al giro Constellation – per poi tornare spesso a fare visita alla sua Terra, facendo riemergere molti dei suoni tradizionali di quella striscia di Medio Oriente. Jerusalem in My Heart è contaminazione fra passato e contemporaneità, elettronica e buzuk, canzone e field recording, tra le immagini evocative sparate dai proiettori multipli di Coderre e il canto magnetico e liberatorio di Radwan. E quello di stasera, è uno dei concerti più stupefacenti che potreste vedere anche quest’anno.

Chiara Colli

Radwan Ghazi Moumneh è un profondo appassionato e conoscitore della musica araba, suoni in cui è tornato a immergersi e a studiare in un processo “a ritroso” dopo essersi immerso nella musica rock occidentale in seguito al suo arrivo in Canada. Una delle sue passioni è scovare vecchie cassette e registrazioni, ma anche ascoltare cosa la sua terra continua a produrre oggi. Non potevamo farci sfuggire l’occasione di chiedergli una selezione di dieci brani di musica araba tradizionale e contemporanea che ritiene particolarmente belli e rappresentativi della sua cultura.

DARIUSH DOLAT-SHAHI
Uscito su Smithsonian Folkways, Electronic Music, Tar And Setar di Dariush Dolat-Shahi è un album assolutamente sorprendente e resta tutt’oggi una pietra miliare della musica contemporanea del Medio Oriente. L’aspetto geniale di questa musica è l’abilità di Dolat-Shahi di individuare le forti connessioni tra le composizioni di musica tradizionale e l’elettronica.

HAHAN EL NIL
Una magnifica voce del Sudan. Hanan era una maestra e il suo modo di suonare l’oud e di cantare erano incantevoli. Sfortunatamente, tutta la musica del Sudan è molto sottovaluta nel mondo arabico, essendo spesso composta su scale pentatoniche che si alllontanano dalla musica tradizionale basata sul sistema modale del Maqam del Sud Ovest asiatico.

TWO OR THE DRAGON
Abed Kobeissy e Ali Hout sono di stanza a Beirut e si esibiscono con molti ensemble tradizionali. Entrambi suonano sia nell’ambito di un meraviglioso spettacolo di danza e teatro contemporaneo sia con questo duo, Two or the Dragon. Li trovo fantastici, buzuk e percussioni, preparati e trattati.

MATAR MOHAMMAD
Cosa posso dire…? Lui è il motivo per cui suono il buzuk.

WORMHOLES
Sharif Sehnaoui e Mazen Kerbaj con la collaborazione di Tony Elieh hanno un meraviglioso progetto live, che mi ha lasciato a bocca aperta tutte le volte che l’ho visto. Kerbaj si occupa delle animazioni live mentre Sehanoui e Elieh compongono una colonna sonora improvvisata.

SAHAR
Non ci sono molte notizie riguardo Sahar, ma posseggo una registrazione di un’ora di una sua rara intervista e performance alla radio nazionale siriana. È stata uccisa all’inizio della sua carriera e non ha mai avuto modo di pubblicare un album, ma secondo molti è considerata una delle migliori cantanti della sua generazione.

HASSAN HAFFAR
Un poeta di Aleppo. Sono un grande fan delle sue prime registrazioni, dove catturava l’attenzione di tutto il pubblico con la sua voce e il suo talento. L’ho incontrato qualche anno fa ad Aleppo e sono rimasto così colpito da non essere riuscito ad aprire bocca. Non è rimasto molto colpito…

ABDEL KARIM SHAAR
L’ultimo dei superstiti… Colui che mantiene vivo il tarab, la musica tradizionale araba. Lo show di quest’uomo è un must. Quando si esibisce dal vivo sembra di essere esattamente nell’era a cui fa riferimento la sua musica.

IBTISAM LUTFI
Un’artista che è sparita dalle scene anzitempo per problemi personale. Trovo che la sua voce unica sia assolutamente strepitosa. Si vocifera che stia per tornare!

ARA EBTEKAR (SOTE) AND THE IRANIAN ORCHESTRA FOR NEW MUSIC
Sote ha composto molti lavori interessanti negli anni passati e questo album, Ornamental, del 2008 è uno degli esempi del suo talento. Amo questo disco.

NOUR EL HODA
Ci tenevo a includerla in questa lista, perché secondo me questo brano è una delle migliori registrazioni live che abbia mai sentito. È un perfetto esempio di perfezione. Dall’inizio alla fine. Tutto cuore e emozione. Questa versione di questo brano mi fa venire i brividi.

VINCI CON ZERO

Zero e il Monk ti mandano gratis al concerto di Jerusalem In My Heart. Per partecipare, basta mandare una e-mail a contest@edizionizero.com specificando la città e l’evento di riferimento nell’oggetto e il proprio nome e cognome nel corpo dell’e-mail. I due vincitori saranno estratti tra tutti coloro che avranno partecipato entro il 23 ottobre e saranno gli unici a ricevere una risposta via e-mail. (si ricorda che per entrare è obbligatoria la tessera Arci)

Scritto da Alberto Asquini