Stefano Pilia è uno dei migliori chitarristi che abbiamo in Italia. Lo trovate scritto sulla carta, perché passare dalla sei corde dei Massimo Volume o degli Afterhours a quella degli In Zaire (con alle spalle un “passato sperimentale” come quello coi 3/4 Had Been Eliminated), dal progetto con il monumentale Mike Watt (Il Sogno del Marinaio) attraverso collaborazioni come quelle, tutte riuscitissime, con Paolo Spaccamonti, Rokia Traorè, David Grubbs e Andrea Belfi, ebbene, essere così versatile vorrà intanto dire qualcosa. Ma lo trovate soprattutto esplicitato nella riconoscibilità, tormentata, visionaria, ma sempre ricca di sfumature emotive, dei suoni di quella sua sei corde. Il suo ultimo album da solista si chiamava Blind Sun New Century Christology ed usciva ormai qualche anno fa, ma c’è da scommettere che Stefano stasera saprà stupirci con saliscendi improvvisativi e viaggiosi. Prima di lui sul palco i Roseluxx, quartetto romano tra art-rock contemporaneo, sperimentazione elettroacustica e la canzone d’autore, giunto al secondo album Feritoia. Fate un favore alle vostre orecchie, siateci.