Viviamo tempi strani, probabilmente più brutti che strani. Tempi in cui si alzano muri tra nazioni e popoli, si respingono disperati alle frontiere, si valuta di sospendere una conquista di civiltà come il trattato di Schengen o si caldeggia per squallidi scopi elettorali l’idea di buttare giù campi rom con eserciti di ruspe. È in questo scenario desolante che si muovono due “nomadi per necessità” come Grey Filastine e Nova Ruth, lui americano di stanza a Barcellona, lei indonesiana. Per necessità vuol dire che la coppia gira il mondo stazionando nei paesi dove entrambi i loro visti sono accettati e per il tempo che è loro concesso dalle leggi locali. E come è politico il loro vivere (una per tutte, si sono esibiti per migranti e rifugiati del campo Calais Jungle in Francia) così è squisitamente politica la natura della loro musica. L’elettronica contemporanea incontra i suoni del mondo, attitudine globetrotter, trap, freak folk, future bass, pop, il tutto sapientemente frullato e servito ancora caldo in Drapetomania, nuovo album che uscirà a fine mese e che è stato registrato in studi di fortuna durante il loro peregrinare. In culo a chi ancora parla di nazionalismo, no borders, no rules, no nations.