Per me Macao è un po’ come Bologna: è bellissima, gli voglio bene, ma non sempre capisco le intenzioni che ci portano (e trattengono) certa gente. Sentirmi dire cose tipo “stasera c’è Macao” e poi rispondere a richieste riguardo al contenuto della serata con “ah boh, so solo che apre”, un po’ mi riempie di stima per una capacità di fidelizzazione cieca, un po’ mi fa incazzare pensando agli sbattimenti che collettivo e annessi si fanno per proporre costanti prelibatezze che troppo spesso finiscono nel qualunquismo del calderone post-goth/poser/accelerazionista. Tutta ‘sta pippa per dire che, a scanso di equivoci, ora sarò molto didascalico su chi suoni stasera a Macao, perché vale la pena saperlo: la Hall dell’ex-macello diventa un macello sotto i ferri da laboratorio di Lobo, in cui si alterneranno la delizia distopica jungle/tech di Om Unit, i modulari di Gadi Sassoon e la sempre ineccepibile selezione dei resident (Piezo b2b DNN, Daemon Tapes, Turbojazz, Ormeye) che ogni volta cerco di shazammare con scarsissimi risultati. Nel Temple sarà invece predisposto un tentativo di contatto alieno coi ragazzi di Tropic Disco Soundsystem e Vintage Voudou Records, entrambi fanatici di suoni esotici e dai bassi profondi: i primi li spingono sul loro impianto e i secondi li raccolgono nel loro negozio di dischi ad Amsterdam. Si, stasera c’è Macao.
Scritto da Andrea Pagano