Come si dice in questi casi, c’è una notizia buona e una cattiva: la buona è che i Father Murphy tornano a suonare a Milano (e ad accoglierli è sempre Macao); la cattiva è che sarà per l’ultima volta. Il personaggio Father Murphy giunge alla fine del suo pellegrinaggio che, nel percorso da fanatico religioso a prete eretico ed eremita, lo ha visto bramare la salvezza, accettare il fallimento, scorgere il proprio destino irrevocabile sulla croce e, infine, morire. A narrarne le gesta e, a guardar bene, a viverle con lui, sono stati Freddie Murphy e Chiara Lee, attraverso un’esperienza, più che una band, che ha lasciato segni profondi nella musica underground italiana. Un progetto musicale ma anche filosofico, diciamo pure esistenziale, che in ogni disco ha spinto un po’ più lontano la possibilità di trovare nuove soluzioni sonore e gestuali assieme a nuove forme narrative per scavare negli abissi più bui dell’inconscio collettivo. Il suono del senso di colpa cattolico, certo. Ma anche il suono del dolore, della costante messa in discussione, della fascinazione per la religione e di una ricerca sempre molto personale e incapace di guardarsi indietro. Freddie Murphy e Chiara Lee non potevano che congedare il Reverendo con un altro concept, un Requiem di nome e di fatto dove sublimano tutto ciò che hanno fatto finora: la tradizione (nel format e nell’uso di molti suoni celebrativi tipicamente “da chiesa”), ma anche nel solito ardore nell’affrontare un tema come quello della morte e nel riadattare attraverso un filtro per molti aspetti sperimentale le rigide maglie della struttura tradizionale del rito in memoria del defunto. In quindici anni di attività i Father Murphy hanno ricevuto i consensi degli Swans e di Julian Cope e sono stati probabilmente il nome della cosiddetta Italian Occult Psychedelia più amato all’estero. Ma al di là degli importanti riconoscimenti, è nella loro essenza assolutamente unica, mai autoreferenziale e sempre protesa in avanti, nei live potentissimi e indimenticabili, che risiede il loro lascito più prezioso. Per l’ultima liturgia, stasera saranno vestiti di bianco anziché di nero. Trattenete le lacrime e venite a salutare Father Murphy con il vostro abito migliore.
Scritto da Chiara Colli