Innanzitutto una premessa: dentro le gallerie d’arte sono a mio agio come un Big Mac in una degustazione di Bottura; ma in fondo non è fuori dalle nostre comfort zone che cerchiamo di capire l’incomprensibile? Fools Fantasees, nuova mostra personale di Emiliano Maggi, altro non è che un sogno, un percorso onirico, un vortice interattivo di delirio fiabesco. Prendete Lewis Carroll, aggiungeteci i fratelli Grimm e mandateli a bere un tè corretto con Albert Hoffmann. Fools Fantasees è il primo tentativo fanciullesco di alterazione dei sensi, è la trasfigurazione spettatoriale che si riflette nella sua metamorfosi. Malgrado l’astrazione, le opere esposte sono più che desiderabili: tra queste spiccano degli specchi acidati che in camera mia, sono sicuro, farebbero un figurone. Forse all’occhio dell’arido la loro distorsione potrebbe farli peccare in funzionalità quotidiana, ma
non credo che la Fontana di Duchamp avesse lo sciacquone.
Scritto da Valerio S