Reinventare materiali, restituirne nuove funzioni e possibilità, indicare contenuti dimenticati ed estetiche diverse, immaginare le potenzialità di un oggetto, di una traccia: da queste azioni parte il processo di elaborazione culturale di Theaster Gates che, per la seconda volta a Milano e dopo la mostra a Basilea, ritorna in Italia, ma in veste di curatore.
Nel 2014 mi sono ritrovata nel quartiere della South Side, all’interno di un edificio straordinario. La via era spoglia, c’erano case diroccate e, al centro, un palazzo che stonava tra gli altri: era tangibile la sua diversità. Era stato sistemato e qualcuno ci abitava. Una volta entrata, vengo portata in una grande stanza: c’era una libreria sviluppata in altezza come circa tre piani di una casa. Questa libreria conteneva pubblicazioni che trattavano solo di tematiche e autori afroamericani: musica, moda, design, accessori, stile, letteratura, arte, cinema, tutto appartenente alla cultura nera. Era l’entrata della casa/studio di Theaster Gates e quella era la mitica libreria di cui tutta Chicago parlava. Un totem fantastico che poi è stato spostato alla “banca”, ovvero alla Stoney Island Arts Bank, oggi aperta al pubblico. Tra i volumi appartenenti a questo mondo, c’erano quelli acquisiti dalla Johnson Publishing Company, che pubblicava le riviste Ebony e Jet, piattaforme di riferimento per la cultura black dal secondo dopoguerra.
Theaster ha archiviato questi materiali per non far scomparire le tracce di una cultura vivida e attiva che, per via della crisi e di pesanti conflitti sociali e razziali, ha perso vitalità, e ha scoperto un archivio di oltre quattro milioni di immagini. Per Milano e per la Fondazione Prada – con cui Theaster ha già sviluppato una mostra personale nel 2016, True Value, ed esporrà a Venezia l’anno prossimo -, nelle sale parquettate dell’Osservatorio, l’artista cura un’esposizione interamente dedicata all’identità femminile ritratta da due fotografi racchiusi nell’archivio: Moneta Sleet Jr. e Isaac Sutton. Al primo piano l’artista ricrea gli uffici di nascita delle due riviste, riportando e ri-assemblando gli elementi di arredo e di design progettati da Arthur Elrod per la sede della JPC di Chicago, il famoso Ebony/Jet Building. Come tipico di Theaster Gates, l’utente ha così la possibilità di visitare un luogo del passato, attraverso i suoi elementi più importanti. E dove può sfogliare le riviste dell’epoca scoprendo l’archivio di immagini. Ad accompagnare il percorso c’è anche un video della sede di Chicago. Gates ha così fuso la sua principale azione creativa, quella attenta alla riqualificazione dei luoghi dismessi attraverso la ricostruzione, la passione per la storia – qui evidenziata anche da un dialogo con la presidente della JPC Linda Johnson Rice all’interno del catalogo della mostra – della sua città e della sua cultura, e l’ossessione per le immagini e i materiali.
Orari di apertura: lun-mer-gio-ven, ore 14:00 – 20:00; sab-dom, ore 11:00 – 20:00. Chiuso il martedì.
Scritto da Rossella Farinotti