Un manifesto è qualcosa di puro e, se ci pensate, anche di ingenuo: l’idea che si possano definire i principi e gli obiettivi di un qualsivoglia movimento, che sia politico o artistico, al quale tutti gli aderenti dovranno attenersi, è assolutamente naïf. Di solito un simile intento mostra la corda semplicemente troppo presto, prima ancora che qualcuno esterno all’organizzazione decida di crederci. Ciò non toglie che sia un’operazione poetica, che merita tanta dignità quanto ogni altra buona opera di
narrativa.
È per rendere omaggio ai manifesti artistici del Novecento che nel 2015 Julian Rosefeldt ha ideato “Manifesto”, sorta di oggetto video non meglio identificato che sfrutta tutta la bravura istrionica di Cate Blanchett per dare voce alle linee programmatiche redatte da Fluxus o da Dogma 95. Al Palaexpo l’installazione (su 13 schermi) approda dopo aver girato mezzo mondo, dall’Australia a New York. Segno che forse è arrivato il momento che anche noi si ceda al fascino toccante dell’utopia.
Scritto da Enrica Murru