La parola più controversa dell’inizio di quest’anno scolastico è proprio Gender (escluderei “la buona scuola” per non cadere in dibattiti sindacali). Anche se il Festival di Bologna è così avanti che ha sdoganato il termine da ormai 13 anni. E anche quest’anno in vari luoghi della città si potrà assistere a molteplici forme di rappresentazione del corpo e dell’identità di genere. Dalle arti performative (degl’italiani Teatrosotterraneo, Chiara Frigo e Giorgia Nardin, ma anche Thomas Lebrun e Liat Waysbort), al cinema (al Lumière fra le altre cose si omaggia l’anniversario della morte di Pasolini), dagl’incontri con gli autori (tra cui Teresa De Sio), ai parties a tema del Cassero. Ma anche, udite udite: proprio un laboratorio per bambini (intitolato Teatro Arcolabaleno). L’apertura coincide con Halloween, ma poi si prosegue fino all’8 novembre: più di una settimana per “ripiegare” la questione in tutte le sue possibili sfaccettature. Visto che la “teoria del gender” è così controversa, perché non venire a farsene un’idea di persona?