Per far riuscire le magie occorre una dose di pura meraviglia. Come i trucchi dei prestigiatori, che funzionano ogni volta perché ti lasci distrarre incantato. Non ti spieghi come sia stato possibile arrivare alla fine, sembra passato un attimo: a ogni alba di una serata fenomenale, quel “ma come, sono gia le sei?!”, riecheggia a luci accese e gin tonic finito in una mano, unico cronometro del tempo trascorso.
L’illusionismo della notte è un prodigio strepitoso, e i suoi Houdini altrettanto leggendari.
Prendiamo Hunee, che negli ultimi due anni si è fermato solo per prendere la rincorsa: i suoi set risplendono di tutti e sette i colori dell’arcobaleno, in un caleidoscopio carioca inarrestabile come il suo inconfondibile colpo di spalle a ogni cambio di traccia. Hunee tutto baffi e dopamina, consigliato dai medici tre volte al dì per vivere la vie magnificamente en rose. E se per la scienza i poli opposti si attraggono, o per complementare per la luce deve calare il buio, eccoci nelle tenebre e un’altra forza naturale rimbomba, di nero d’ordinanza vestita: Paula Temple.
Sfodera le armi e abbatte il muro del suono con missili industrial, cavallerizza di un’Apocalisse che rade il mondo techno al suolo, riscrivendone pagine bibliche.
Due maghi pronti a svelare le proprie mosse migliori, fino a lasciare in gloria la consolle come un palcoscenico cosparso di rose.
Scritto da Laura Cap