Motorik vellutato, melodie orecchiabili tratteggiate da organo, flauto, percussioni e la voce di Béatrice Morel Journel che difficilmente vi distrarrà dal pensiero degli Stereolab. Lo chiamano “saloon krautrock”, espressione vagamente romantica che va a braccetto con i paesaggi naturalistici e montuosi – la zona attorno a una delle vette più alte del sud est della Francia, il Grand Veymont – dove sono cresciuti la Journel assieme all’altra metà del duo, Josselin Varengo.
Musica che ha più l’aspetto della colonna sonora che di vere e proprie canzoni (due album finora, entrambi composti da quattro lunghe tracce), una dimensione fantastica a cavallo tra la Francia dei Sessanta, il cosmo dei Neu! e le atmosfere d’altri tempi di un villaggio di montagna. Per inguaribili e visionari romantici, fan della nuova/vecchia scuola di pop psichedelico dalle influenze sixties, dai Death and Vanilla agli Aquaserge.
Scritto da Olivia Rumori