“Thanks To Plastic”. No, Theo non si è ammattito e non ha deciso di rendere omaggio ai polimeri usa e getta. Né ha deciso di fare un album campionando tutta una serie di oggetti realizzati con questo materiale, come invece hanno fatto di recente i Matmos in “Plastic Anniversary” – album stupendo, piccola nota a margine. Nel 2018 Theo ha deciso di fare uscire in un triplo disco (78 minuti di musica per ognuno) l’ultimo suo set al Plastic People di Londra. Quattro ore che farebbero resuscitare i morti e che sono una lectio magistralis sull’arte di tenere le persone in pista per un’intera serata, sempre con il sorriso stampato sul viso.
House, techno, funk, afrobeat, soul, jazz: Theo non solo è dotato di una memoria musicale fuori dal comune che lo rende simile a un’enciclopedia vivente, ma sfoggia anche un’intelligenza associativa da creatura aliena che gli permette di passare in un giro di manopole da Pat Metheny a Sade, da Lil’ Louis a Burning Spear, da James Brown e Osunlade. Insomma, per chi scrive Theo Parrish è IL dj, da osservare, ascoltare, venerare e ballare fino all’ultimo grammo di forza nelle gambe. Un atto di fede che non può manifestarsi se non nelle forme di un all night long, proprio come quello di stasera al Goa. Non sapremo mai ringraziarti abbastanza, Theo.
Scritto da Nicola Gerundino