C’era un’epoca in cui in Italia la scena punk era formata da gente come CCCP, Negazione, Franti, Indigesti. Nascevano i centri sociali, luoghi di aggregazione e lotta. Nella lontana Aosta, erano i primi anni 80, si formavano i Kina, gruppo che attorno alla A di anarchia costruì anche il proprio logo. Dalle sonorità tipicamente hardcore delle prime due produzioni, “Nessuno schema nella mia vita” e “Irreale realtà” entrambi ristampati da Goodfellas nel 2018, si avvicinarono con il tempo a suono di scuola Hüsker Dü.
Era il 1989 di “Se ho vinto se ho perso” che ora, dopo 30 anni, è anche il titolo di un documentario di Gianluca Rossi, in uscita a giugno. Riformati per l’occasione in formazione originale, i Kina accompagneranno la proiezione del film in un mini-tour di oltre dieci date che non poteva che trovare al Cox la sua casa a Milano.
Scritto da Carlo Cimmino