Uno stile confidenziale sull’orlo del mantra. Ascoltando i tre album da solista – dall’incensato “Veneer” (2003) al più recente “Vestiges & Claws” (2015) – ma anche quelli a nome Junip, appare evidente come al gaucho svedese Gonzales non sia mai interessato troppo giocare sull’effetto sorpresa. La sua musica è un porto sicuro dove tornare quando si avverte la necessità di essere confortati dalla complessità della vita quotidiana, un efficace medium per astrarsi dalla realtà terrena.
Velata malinconia latina, puro misticismo orientale ed essenziale eleganza scandinava sono le tre chiavi di (s)volta in un artista che potrebbe non cambiare una virgola del suo sound, continuando a emozionare e a ipnotizzare disco dopo disco, concerto dopo concerto. Merito anche di quelle cover – scarne, magiche, virali – come “Love Will Tear us Apart”, “Teardrop” o “Heartbeats”, che tolgono sempre il fiato, anche dopo centinaia di ascolti.
Scritto da Matteo Quinzi