Provenienti da quella terra illuminata chiamata Canada, i Metz sono entrati in gamba tesa nel panorama indie odierno con la loro miscela di hardcore anni Ottanta, grunge e noise, il tutto accompagnato con sapienza da una deliziosa salsina “post cose”. Nei loro tre album dal 2012 a oggi – l’ultimo, “Strange Peace” del 2017, prodotto da sua maestà Steve Albini e uscito ancora una volta su Sub Pop – mai un calo di tensione, un passo falso.
Canzoni selvatiche che si risolvono in una furia e una potenza massicce, che sotto certi punti di vista non ci trovavamo davanti da lustri. Tanta “retromania”, è ovvio, ma con personalità, soprattutto live. In poche parole, se dopo “Bleach” i Nirvana avessero optato per un’ibernazione invece di far uscire “Nevermind”, probabilmente oggi suonerebbero così. Apertura con il post punk acido dei “locals” The Gluts, entrati da qualche tempo nella scuderia psych di Fuzz Records.
Scritto da Shinobu Hosokawa