Letteralmente, “back to the future”. Pure se con un nome così i De Lorians non ammettono un’ispirazione diretta alla saga di Marty McFly e co., quella dei cinque giappi ha molto della macchina del tempo che scorrazza tra un passato maestoso e un futuro apocalittico. Del resto rumore e jazz sono due delle specialità assolute delle formazioni nipponiche, coadiuvate da un’attrazione per l’improvvisazione e un’attitudine che ha sempre qualcosa di folle e alieno.
Come se Frank Zappa e le sue Mothers of Invention si perdessero tra le lande prog-folk di Canterbury e lì trovassero una macchina astrusa che li catapulta in un futuro accelerato. Come se il sax e il sintetizzatore dei De Lorians altro non fossero che strumenti per generare una “musica patafisica” divertente ma pure cervellotica. Esordio omonimo al fulmicotone e copertina che non ne vuole sapere del Pianeta Terra.
Scritto da Mary Anne