Quando ho ascoltato per la prima volta “Chiavt a mammt” di Speranza, non avrei mai immaginato che un anno e mezzo dopo avrei visto l’artista casertano in diretta nazionale intervistato da Daria Bignardi: meraviglie dell’epoca liquida in cui stiamo vivendo. Da quello che solo di primo acchito sembrava un pezzo LOL rap fuori tempo massimo, è nata la carriera di uno dei rapper più originali, talentuosi e di respiro internazionale che l’Italia abbia mai conosciuto.

Sarà per il suo particolare mix di dialetto casertano e lingua francese – retaggio dell’adolescenza vissuta con la madre a Behren, al confine fra Lorena e Germania – o sarà per la sua voce brutale e il suo flow inappuntabile. Speranza rappresenta un unicum per i nostri standard e trasuda in realtà una purezza d’azione che speriamo non venga mai intaccata dalle più brutali logiche di mercato.