A volte bastano pochi chilometri dalla città per ritrovarsi immersi nel piccolo mondo antico di fogazzariana memoria e avere un tipo di formazione completamente diversa da quella delle accademie urbane. Andrey Remnev, ad esempio, è nato a Dmitrov: poche decine di chilometri Mosca, ma un panorama che per anni gli ha raccontato di fiumi, colline, alberi, chiese e animali.
Da qui la passione per un’arte antica, quella delle icone tradizionali, dei maestri russi del 15esimo e 17esimo secolo, studiati e riprodotti tra le sale del monastero di Sant’Andronico. Alla Dorothy ammirerete quindi dipinti dal sapore classico ma allo stesso tempo mistico, “tradizionali” e surreali, pieni di richiami all’arte classica italiana così come d’illusioni ottiche circondate alone di mistero ed esoterismo, dove il colore oro di bizantina memoria si unisce a rossi e blu intensi. Dipinti semplici, ma potenti, proprio come le tempre usate da Remnev, ottenute mescolando pigmenti naturali e l’albume dell’uovo.
Scritto da Nicola Gerundino