Quando si dice che il nome è metà del “personaggio”. Oscar Giaconia non potrebbe che essere il protagonista di un racconto ai confini, oltre il reale, tra il fantascientifico e l’assurdo, in viaggio tra le epoche per scoprire mondi antichi e al contempo farli saltare in aria.
Nato a Milano, ma attivo a Bergamo, Oscar Giaconia è uno bravo davvero. Oltre ad avere un’indiscutibile capacità tecnica e manuale, con ogni sua opera apre una finestra su un immaginario affascinante, onirico e surreale, che solletica e lambisce una morbosità scevra di elementi negativi. C’è Matthew Barney e c’è il Lowbrow, c’è l’illustrazione naturalistica e lo steam punk, c’è Henri Rousseau e Antonio Ligabue, c’è Arcimboldo che inventa i visual per un live di Aphex Twin.
Nel laboratorio-galleria Monitor vedrete scorrazzare delle creature taurine scomposte e decomposte, delle guardie del corpo difformi, musi di maiale, teste e teschi: più che una mostra personale, un’operazione bio-alchemica in cui i materiali, le pelli, le superfici, il con-tatto visivo, hanno la stessa rilevanza della dimensione concettuale. La migliore descrizione possibile dei suoi lavori l’ha fornita lui stesso definendosi “biologo d’immagini”. Seguitelo.
Scritto da Nicola Gerundino