Nel suo nuovo spettacolo, Marco Paolini sceglie di confrontarsi con l’Odissea: un canto antico tremila anni, passato di bocca in bocca e di anima e di anima, che ha segnato la storia dell’Occidente. Nel tempo degli dei segna un punto d’arrivo nella ricerca di Paolini su Ulisse iniziata nel 2003, quando nel sito archeologico di Carsulae, con le improvvisazioni musicali di Giorgio Gaslini e Uri Caine e la scena di Arnaldo Pomodoro, ha messo in scena il primo racconto dal titolo U.
Ex guerriero ed eroe, ex aedo, Ulisse si è ridotto a calzolaio viandante, che da dieci anni cammina verso non si sa dove con un remo in spalla, secondo la profezia che il fantasma di Tiresia, l’indovino cieco, gli fa nel suo viaggio nell’al di là, narrato del X canto dell’Odissea.
Questo Ulisse pellegrino e invecchiato non ama svelare la propria identità e tesse parole simili al vero. Si nasconde, racconta bugie, si inventa storie alle quali non solo finisce col credere, ma che diventano realtà e addirittura mito.
È partito all’alba che segue la gara dell’arco e la strage dei pretendenti: ha avuto solo il tempo di un lungo pianto liberatorio con il figlio Telemaco e una notte d’amore con Penelope, e subito riparte. Perché un destino già scritto e la volontà degli dei gli hanno imposto di massacrare i centootto giovani principi achei, che gli hanno invaso la casa, insidiato la moglie, e le dodici ancelle che agli invasori si sono concesse.
Così, dopo venti anni di assenza e disavventure, Ulisse si obbliga a un nuovo esilio. Rinuncia al governo, abbandona la moglie e il regno, riparte con Telemaco al suo fianco, che lo segue senza mai aprire bocca. Ma soprattutto Ulisse abbandona gli dei che lo vorrebbero trionfante e immortale: si rivolta contro i loro capricci, la loro ambigua volontà e non ha paura di pagare il prezzo della propria scelta.
Questo e molto altro, sotto le mentite spoglie di un calzolaio – anzi, del calzolaio di Ulisse, uno straniero dai sandali sdruciti, indurito dagli anni, dall’età, dai viaggi e dai naufragi – racconta il protagonista a un giovanissimo capraio incontrato apparentemente per caso.
Scritto da L.R.