Sì, Dixon, ancora lui. Rifugiarsi nelle certezze a volte fa bene, esalta anche il gusto del nuovo, che bisogna essere sempre pronti a recepire. Affidarsi alle garanzie, a talenti conclamati, è la cosa migliore quando si è disorientati o incapaci di capire cosa sta succedendo musicalmente tra contaminazioni, suoni post-tutti-i-generi e sperimentazioni sempre esistite.
Con Steffen non si fa neanche un salto nel passato più lontano, rendendo così il vintage una novità. Dixon è il lato moderno dell’house e una garanzia dell’oggi, per quello rassicura e piace a tutti, dal giovinastro tarato solo per Ibiza al clubber più maturo e attento. È indubbiamente uno dei migliori e in queste ore di set sarà anche in grado di stupire: soprattutto all’inizio, quando, come tutti i maestri, saprà accogliervi con atmosfere d’ascolto per poi incastrarvi nel suo mondo di 4/4 in cui perdersi è un vero piacere: in cui perdersi è un Innervision(s).
Sì, Dixon, ancora lui: perché quando le certezze ti fanno uscire dal club e hai provato la pelle d’oca, allora sai che quella è stata, ancora una volta, la scelta migliore che potevi fare.
Scritto da Zagor