Settembre 1960. All’epoca il giovane Leonard Cohen amava le parole e le donne. La musica sarebbe arrivata qualche anno dopo. Amava le donne, ma non aveva ancora trovato una musa. E dove incontrarla se non a Hydra, l’isola ellenica più bohémienne del momento – una comunità internazionale di artisti votata al trittico libertà, creatività, stile – sulla quale il poeta canadese aveva appena acquistato una casa, alla ricerca di serenità e ispirazione?
L’incontro con la norvegese Marianne Ihlen fu decisivo per la vita e la carriera di entrambi, in un senso o in un altro, fino alla fine dei loro giorni, avvenuta a pochi mesi di distanza tra l’estate e l’autunno del 2016. A raccontarlo ci pensa il regista Nick Broomfield, già autore di documentari dal taglio personale su icone musicali come “Kurt & Courtney” (1998), “Biggie and Tupac” (2002), “Whitney” (2017), con il plus di aver conosciuto intimamente Marianne e di aver vissuto l’esperienza Hydra in prima persona.
Attraverso filmati d’archivio, immagini inedite e interviste, “Marianne & Leonard” prova a tracciare un filo rosso sangue nato da un colpo di fulmine e capace di dare forma a capolavori come “Hey, That’s No Way to Say Goodbye”, “Bird on the Wire” e naturalmente “So Long, Marianne”. Al di là della mutazione del rapporto, la loro storia d’amore finì nel 1967, quasi in contemporanea con l’avvento del Cohen cantautore. Fino all’ultima lettera di Leonard a Marianne, ex amante ma amica e musa di una vita, e al suo commiato terreno: «Goodbye old friend. Endless love, see you down the road».
Scritto da Matteo Quinzi