I Red Axes sanno fare festa. E la fare sanno bene. Si muovono in lungo e in largo per i festival europei e ogni
estate lasciano un segno da qualche parte. Vengono da Israele, il loro primo EP risale al 2010, poi, qualche anno dopo, il primo album, poi un altro ancora, e poi ancora una valanga di singoli e remix. Festaioli e artisti veri, i due producer hanno un’attitudine punk rock e si divertono a giocare con suoni indiani, con beat più scuri che diventano ipnotici e coinvolgenti, con sonorità arabe e marocchine: la disco non basta quando le influenze mediorientali sono una prassi.
Dori Sadovnik e Niv Arzi hanno stravolto completamente l’immagine dei due dj in consolle: suonano strumenti trovati a tiro sul palco, nei live coinvolgono cantanti bravissime/i e spiazzanti. Sperimentatori, si muovono fra culture diverse che li hanno fatti crescere trasversalmente, sapendo cogliere sfumature non scontate.
Impossibile etichettarli davvero: la loro è musica in movimento, quella che insieme ai popoli si interseca, si unisce e si trasforma. Uno dei loro ultimi progetti è particolarmente interessante: “Trip”, una serie di EP usciti a distanza che potrebbero accompagnare un viaggio intorno al mondo, un film, una collaborazione con qualche musicista locale e chissà quant’altro.
Scritto da Manuela Maiuri