Quando sale sul palco del Sónar Pub 2019 c’è già un bel po’ di hype sul suo nome, in primis perché era suo l’Essential Mix del 2018 per BBC Radio 1, spazzando via gente che si cuccava questa notorietà da anni. E infatti mette su un set che fa fuggire il pubblico dalle altre sale, con tutti che vogliono sventolare le mani sotto il suo stage. Teneil Throssel è australiana, ma vive a Londra da quando la musica l’ha spinta in Europa, e in poco tempo si è imposta come novità dirompente nel panorama dancefloor britannico. E pensare che ha preso il nome da una canzone di un gruppo indonesiano, The Panthers, è una maniaca dei dischi – colleziona tutti quelli africani e turchi degli anni 60 e 70 – ed è stata la voce di un gruppo psych rock.
La residenza mensile sulla notissima radio nazionale e al mitico Phonox a Londra, le sue serate Coconut Beats e la sua attitudine così carismatica in console l’hanno portata da subito lontano. Nei club diventa la regina dei bassi pesanti. Si diverte mentre spinge house piena di percussioni e al contempo si fa madrina di un ritorno del break devastante. Poi ritorna su una techno violenta. I suoi set sono uno spasso. Si salta di continuo. Lei salta, tu salti e in quel momento il suo sguardo incrocia il tuo: la sua attitudine trascinante è proprio questa, l’essere un tutt’uno con il suo pubblico.
Il suo successo ora sta diventando planetario: a breve sarà in tour negli Usa col fedele amico Bicep e tutti i festival la vogliono, da Glastonbury a Nuit Sonores, dal Field Day al DGTL. Una house africana e suoni spezzati, una nuova techno, o addirittura forse un nuovo modo di ballare, che strizza l’occhiolino alla fine dei 90s, rivedendo però il tutto in chiave contemporanea, come nel suo superbo EP “System Up, Windows Down” uscito lo scorso novembre: un lavoro interessantissimo, un’esplosione di suoni irriverenti messi insieme sapientemente, compreso il motore della Mustang del papà della sua fidanzata. Pazzesco!
Scritto da Manuela Maiuri