Uno stile particolare e unico quello di Matthew Brannon che, fino al 3 giugno 2021, è protagonista con la sua terza personale alla Giò Marconi di Milano.
“Cold Shoulders / Foreign Affairs / Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal” è il titolo dell’esposizione che l’artista ha realizzato nel corso di questo anno “surreale”. “Ho immaginato un aereo sospeso a mezz’aria sopra una città in un qualche momento durante il secolo scorso. – Spiega Brannon: Leggero come una piuma, pesante come una balena. Ogni opera mostra il sedile di un passeggero invisibile. È il set di una produzione teatrale dopo che lo spettacolo è finito. È quel momento in cui ti svegli appena prima di ricordarti tutto quello che devi fare. È il centro di un libro che ho scritto molto tempo fa. È uno spazio in cui puoi entrare. Il mondo fluttuante”.
Classe 1971, originario dell’Idaho, Brannon, scrittore e artista, vive e lavora a New York. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di numerosi musei: the Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Hammer Museum, Los Angeles; Denver Art Museum, Denver; Albright-Knox Art Gallery, Buffalo; DESTE Foundation for Contemporary Art, Atene; Museo Madre, Napoli. Brannon è molto conosciuto soprattutto per il suo approccio alle tecniche di stampa. Lavora, infatti, principalmente con la serigrafia e la tipografia. La sensibilità letteraria, l’arguzia, l’uso giocoso del linguaggio e il fascino per la psicoanalisi sono stati a lungo gli elementi chiave del suo lavoro.
Da scultura e pittura a installazione e video: l’artista tratta ogni mezzo espressivo con la massima precisione e con uno straordinario senso del dettaglio. La mostra di Brannon in galleria riguarda il concetto di viaggio e il passare del tempo. Da quando il mondo si è fermato all’inizio del 2020 e le chiusure globali hanno tenuto le persone a casa, l‘idea di viaggiare liberamente è diventata quasi un’ossessione. In sala sono in mostra gli interni degli aerei dai colori vivaci: un’opera di grandi dimensioni sulla parete di fondo mostra la cabina di pilotaggio dell’aereo, mentre opere di medie dimensioni su ciascuna delle pareti laterali raffigurano diverse file di sedili. Ogni pezzo da solo non è solo un’opera d’arte bidimensionale, ma evoca un racconto breve con un titolo stravagante e una trama accuratamente delineata. Tutte le opere combinate sembrano capitoli diversi di un diario di viaggio. L’abilità di Matthew Brannon nel tradurre le opere d’arte in storie ricche di dettagli è visibile all’interno della mostra. I confini tra immagine e narrazione sono sottili.
Scritto da La Redazione