Come va con il futuro? Ci stiamo pensando tutti molto e parlare se ne parla, ma il vociare non è mai abbastanza. Il bisogno di immaginare e proiettare cresce e al dialogo aggiunge la sua voce anche BASE, con la prima produzione di un festival di arte e performance, dedicato proprio alla stimolazione e alla creazione di visioni.
Farout è il corpo celeste più lontano dal sistema solare e la distanza massima da cui potremmo, potenzialmente, osservarci da fuori. Non centro nevralgico di tutto e tutti, ma parte di una diversa prospettiva di immensità. FAROUT è anche l’identità che BASE ha scelto per il festival, aprendo con tre installazioni site specific: l’immensa Gaia di Luke Jerram, i Corpi dei NONE collettive e, per restare sempre dove non siamo, i Portrait Without Borders di Kalaider dove un robottino penserà a fare una copia dei vostri selfie sul muro.
La programmazione di FAROUT si sviluppa su tutto il periodo estivo 2021 della città per mezzo di performance e workshop. Per i cuori più ardenti Leonardo Schifino/Extragarbo porta con la performance rovìnati l’atmosfera dei rave in uno scenario di solide rovine.
Mentre i primi a uscire e a insinuarsi nella rete della città saranno Zelda Soussan & Ruggero Franceschini che, insieme agli abilitati del quartiere di Giambellino, andranno a caccia di esperti di futuro per disegnare le nuove istruzioni dell’uso per la Terra.
Per collezionare visioni davvero uniche ci pensa Francesca Grilli con Sparks, workshop e performance per i più piccoli dove possono imparare la lettura della mano e raccontare agli adulti cosa ne sarà di loro.
Un insieme di voci di tanti altri artisti di Milano e internazionali, per costruire una prospettiva ampia ma anche per restare, immersi e concentrati, in tutto il nuovo di cui potremmo aver bisogno.
Scritto da Annika Pettini