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dom 12.12 2021

The Jesus and Mary Chain

Dove

Alcatraz
Via Valtellina 25, 20159 Milano

Quando

domenica 12 dicembre 2021
H 21:00

Quanto

€ 30 + d.p.

È il 1977 quando un diciassettenne scozzese rossastro di nome Alan McGee viene completamente folgorato dal punk. Non sarà certo l’unico adolescente a pensare alla rivoluzione sulle prime note di “God Save the Queen” accompagnate dalle smorfie di Johnny Rotten, ma la differenza è che lui, Alan McGee, sarà colui che avrà il compito di rivoluzionare la musica indipendente britannica dei due decenni a seguire. Nello stesso anno – in una delle new town costruite nella periferia di Glasgow, East Kilbride – due fratelli cominciano a progettare la loro rivoluzione “a lungo termine”. Sono Jim e William Reid, anima turbolenta dei Jesus and Mary Chain.

Mentre fuori gli anni 80 imperversano con il pop elettronico da classifica, la loro rivoluzione si fonderà sugli ambiziosi dettami di Bowie e Bolan, sulla provocatorietà di Pistols e Ramones, sulla visione illuminata di Velvet Underground e Stooges, sulle melodie delle Shangri-Las e sul frastuono più atroce degli Einstürzende Neubauten. Gli ascolti si mescoleranno a una buona dose di sociopatia, speed, birra a basso costo e disagio da working class scozzese, con esiti devastanti. Il tramite fra i Mary Chain e Alan McGee con la sua formidabile Creation Records sarà un certo Bobby Gillespie, pure lui giovane e irrequieto Glaswegian dai gusti musicali “non allineati”.

Oggi i JAMC sono considerati tra i pilastri di un certo tipo di musica indipendente britannica e se le reunion e l’esecuzione di dischi per intero per molti versi sono diventati un trend non sempre sano e godibile, nel tour di “Psychocandy” (ma anche nei concerti a seguire non legati alla celebrazione di un album specifico), i fratelli Reid hanno dimostrato che un senso, nel riportare live questi suoni – probabilmente anche molto meglio di come abbiano fatto sui palchi allora – non è totalmente priva di senso. Il turno stavolta è di un altro album miliare della band, il secondo “Darklands” del 1987, che a metà anni Ottanta si inseriva esattamente al crocevia tra C-86, new wave e goth. Anche stavolta sarà difficile resistere alla tentazione di andare a cantare a squarciagola canzoni pop perfette come “Happy When It Rains” e “April Skies”.

Scritto da Chiara Colli