“Entra in questa stanza, la performance durerà sette minuti, nel frattempo sei libera di fare quello che vuoi”. Inizia con questa spiegazione la mia visita a Il Tabernacolo – Benvenuti a Pharmakon, prima personale in Italia dell’artista britannica Kate Dunn alla galleria A plus A. Prima di giungere a Venezia la mostra è stata realizzata alla galleria Tj Boulting di Londra; questo è il primo appuntamento di un progetto di scambio tra la galleria veneziana e quella londinese, che consiste nell’ospitare una la mostra dell’altra.
Le vetrate vengono oscurate, le casse accese, parte ad alto volume una musica gabber realizzata da Shoobz Darg. Intorno a me profane pale d’altare in legno a sesto acuto, dagli ipnotici colori fluo, mutano di colore insieme alla musica. Sento che sto vivendo un’esperienza individuale che attiva più sensi. Dico individuale perché in quel momento sono sola, ma potrebbe essere tale anche in mezzo a molti, potrebbe essere collettiva. Posso ballare, muovermi o stare immobile, l’importante è che rimanga entro i limiti della stanza. Ed è proprio all’interno dei limiti imposti dalle mura di casa che nel 2020, in pieno lockdown, Kate Dunn ha concepito questa mostra.
Terminati i sette minuti oltrepasso il tendone di plastica trasparente che divide gli ambienti, mi viene data una torcia per continuare la visita. Le opere di Dunn sono state realizzate con pigmenti che reagiscono ai raggi UV, se lasciate al buio sono come fari nella notte, sorgente luminosa. Le illumino con la torcia e osservo come il pigmento reagisce ai raggi: restituisce in fretta colori diversi. Quando la stanza verrà illuminata dalla luce naturale cambieranno ancora e si passerà dalla notte al giorno in pochi attimi.
È un’esperienza contemplativa, quasi trascendente, quella che Dunn ha creato partendo dalla definizione originaria di tabernacolo, quella di contenitore di immagini sacre, di tenda trasportabile, di luogo dove essere in comunione con gli altri, avvicinarsi al sé e al divino. L’artista ha preso come riferimento il concetto di effervescenza collettiva, ovvero uno stato che emerge in spazi di comunità come la chiesa, il rave, la manifestazione. In questi luoghi il sentimento di unione delle persone si intensifica tanto da trasformarsi in un’esperienza semi religiosa.
L’idea di tabernacolo nel periodo di lockdown si è trasformata, ha assunto la forma di casa nostra. Nel momento in cui siamo stati costretti a richiuderci nel tabernacolo del nostro spazio privato è stato necessario trovare un pharmakon, uno dei pochi possibili era il corpo.Il corpo attivo ha dato origine ai lavori in mostra, il nostro essere e muoverci nello spazio la mantiene viva. Finisco il percorso della galleria, le tende vengono spostate e la luce del sole di mezzogiorno inonda la stanza. Sono un po’ stordita, nel buio mi ero dimentica che fosse giorno. Vado via pensando che voglio tornare. C’è tempo fino al 22 gennaio 2022.
L’ingresso alla performance è limitato a dieci persone ed è gratuito. Le performance si svolgono all’inizio di ogni ora, dalle 11 alle 17, e i posti possono essere prenotati tramite Eventbrite o inviando una mail a info@aplusa.it.
La galleria è aperta dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 18.00
Scritto da Redazione Venezia