Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del romanzo La vita davanti a sé di Romain Gary, diventando Momò, un bimbo arabo di 10 anni, abbandonato e segnato da un’infanzia triste e difficile, che vive nel quartiere multietnico di Belleville.
Momò abita nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che si prende cura delle colleghe più giovani e anche del protagonista di questa storia, che con ironia parla di tematiche urgenti, sempre più attuali, che portano a galla il nostro presente.
La convivenza tra diverse culture, la convivenza con il dolore e la precarietà di una vita che non trova equilibri facili e scontati, la lotta dei ceti popolari vessati da pochissime garanzie.
Una storia d’amore un po’ sgangherata tra una madre e un figlio che riesce a esistere, nonostante tutto.
Le ultime parole del romanzo di Gary, un autentico capolavoro commovente e ancora attualissimo, dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: «Bisogna voler bene».
Scritto da LR