Il maestro mongolo Nasaa Nasanjargal si cimenta in un’esibizione solista di voce e strumenti tradizionali della steppa, in particolare il violino a testa di cavallo morin huur, offrendo una testimonianza del patrimonio di antiche tecniche canore della canzone popolare della Mongolia occidentale. L’artista padroneggia la tecnica del canto khoomei, un tipo specifico di canto difonico che significa letteralmente gola o gutturale e che ha dato l’origine al “throat singing”: il risultato è un timbro ipnotico, costretto nella laringe, dalla vibrazione metallica.
Oltre all’attività da solista, Nasaa Nasanjargal è membro di alcuni gruppi tra cui l’ensemble Sedaa – voce in persiano – che unisce la musica tradizionale della Mongolia con la Persia. Tra gli strumenti con cui si accompagna dal vivo oltre al morin huur anche il bishguur, un flauto tradizionale, e il tovshuur un antichissimo liuto a tre corde.
Scritto da Redazione Venezia