“E quisti funo li primi cingani che mai venissero in Italia, ovvero Egiptii”. Così nel 1496 un noto cronista dell’epoca, Fileno dalla Tuata, raccontava l’arrivo a Bologna nel 1422 di un gruppo di Pellegrini-egiziani riconosciuti nei secoli successivi come Romanì, o Rom e Sinti. Pellegrini che erano in viaggio verso Roma per espiare la “colpa” di aver rinnegato la fede cristiana a seguito della loro conversione all’islam, avvenuta sotto la pressione e l’occupazione turca-ottomana di quelle terre balcaniche e greche-bizantine, in cui per secoli risiedettero e da cui ora erano costretti a fuggire.
Bologna li accolse, concedendo che dimorassero attorno a Porta Galliera, vicino al Campo Magno, oggi Piazza VIII Agosto, già al tempo adibito al mercato, dove le cronache raccontano il parto un bambino/a egiziano/a o romanì, a tutti gli effetti la prima documentata nascita di una generazione di Romanì in Europa.
È per questo e molto altro che una rassegna organizzata da Comunimappe ripercorre e celebra i 600 anni di presenza in città e in Italia di queste genti, certificando “uno Ius soli lungo ben 600 anni, che pochi possono vantare e documentare, a fronte di una presenza ancor oggi stigmatizzata”.
Si parte sabato 16 luglio sul palco di Piazza San Francesco con lo spettacolo Gipsy Lady di Ateliersi, una mise en espace della commedia Signorina Zingaretta, scritta nel 1646 da Florido De Silvestris, compare la prima testimonianza della lingua romanì parlata in Italia, in un testo composto sia di parole imbevute di stereotipi di cui ancora siamo impregnati che da azioni che mostrano la vita reale dei rom.
Domenica 17 ci si sposta nel Parco della Montagnola, luogo dove quei pellegrini ricavarono delle nicchie per tenervi gli oggetti di valore e i cavalli che commerciavano. Qui, dalle h 16 nello spazio gestito da Arci, verrà allestita la mostra sul Samuradipen, sterminio nazi-fascista di Rom e Sinti in Europa, seguita alle h 17 dalla presentazione dell’opera grafica di Luca Vitone Il Francobollo di Memoria: 600 anni di presenza di Rom e Sinti in Italia, insieme ad interventi sulla drammatica condizione esistenziale e sociale delle comunità urbane di Rom e Sinti disperse nelle periferie delle nostre città e sul riconoscimento delle culture e della lingua Romanes. Dalle h 19 apericena con musica, canti e danze romanì.
Dalle h 22 la presentazione del film Romanistan, un viaggio a ritroso da Bologna verso l’India del nord dell’artista Luca Vitone, che al termine della proiezione converserà con Daniele Gasparinetti (Xing) e Pino de March (Comunimappe).
Lunedì 18 il Comune di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e le associazioni di Rom e Sinti apporranno una targa commemorativa in Porta Galliera, per poi riattraversare i luoghi storici dove transitarono i primi Romanì arrivati in città.
Alle h 18 si torna in Montagnola per alcune conversazioni con artisti, associazioni, rappresentanti delle istituzioni e si chiude con balli e canti della tradizione.
Scritto da LR