Come raccontare una storia d’amore? Per il drammaturgo Nick Payne lo si fa con la fisica quantistica, attraverso la teoria del caos o l’effetto farfalla. Il concetto di multiverso è per noi sempre più familiare, soprattutto in campo cinematografico, come dimostra una lunga lista di film sul tema tra cui il pluripremiato e travolgente “Everything Everywhere All at Once”.
Nel testo di Payne, ogni piccolo cambiamento, ogni variazione rispetto a una specifica “partitura” di gesti e parole, determina una diversa versione della storia d’amore tra Chiara e Pietro, i due protagonisti di “Costellazioni”, in scena al Teatro Basilica con la regia di Raphael Tobia Vogel. Lo spettacolo, con il pretesto di una relazione “normale”, mostra infiniti mondi e infiniti modi di vivere il sentimento amoroso, che sia ora nel suo aspetto fisico, nel tradimento, nella malattia.
In una cornice che affonda la sua essenza in quella che viene chiamata la teoria delle stringhe, lo spettatore assiste a un caleidoscopico turbinio di narrazioni che potevano andare così, ma anche così e così e così. Una complicata danza che si sviluppa nel tempo e nello spazio, travolgendoci e facendoci riflettere sul valore di ogni singola, apparentemente innocua, variabile del nostro agire.
Scritto da Emilia Agnesa