Nel suo cammino verso la stagione estiva, quando sul palco del parco di Villa Osio vedremo nomi di primissimo piano, la Casa del Jazz ospita nuovamente Francesco Diodati. Incontrato da poco con il sestetto Abhra di Julien Pontvianne, questa volta invece calca il palco con il trio Oliphantre: due progetti ben diversi fra loro, ma accomunati dalla presenza della voce femminile e da un’interessante esplorazione della forma canzone.
Giovane compositore raffinato e chitarrista fra i più ricercati, Francesco Diodati è presenza fissa da ormai quasi un decennio nelle formazioni guidate da uno dei trombettisti eccelsi del panorama jazzistico italiano, Enrico Rava, senza per questo trascurare gli innumerevoli progetti paralleli. Eccolo quindi nell’ormai storico MAT, che lo vede al fianco di Marcello Alulli ed Ermanno Baron, nei suoi Yellow Squeeds con Enrico Zanisi, Enrico Morello, Francesco Lento e Glauco Benedetti, o nei Tell Kujira, con Stefano Calderano, Ambra Chiara Michelangeli e Francesco Guerri, visti solo pochi giorni fa nell’intimo spazio del Chourmo al Pigneto.
Il trio di stasera è forse la formazione più esplosiva e melodica al tempo stesso, dove il jazz si mescola all’improvvisazione, ma anche al rock e all’hip hop. Oliphantre, un disco uscito da pochi mesi per Auand Records, vede accanto a Diodati le percussioni di Stefano Tamborrino, che ben conosciamo come Don Karate, suo progetto in solo aperto a mille collaborazioni, e come membro del trio 70’s di Gianluca Petrella e di Hobby Horse, il trio con Dan Kinzelman e Joe Rehmer che rivedremo a breve al Fanfulla. Insieme a loro la voce della francese Leila Martial, vincitrice in patria di numerosi premi in ambito jazz ed esploratrice di tradizioni vocali legate alla musica gitana, alla polifonia pigmea ed al canto di gola Inuit.
Scritto da Carlo Cimmino