In francese, “balbettare”. E in effetti i bozzetti sonori dei Bégayer danno forma a un linguaggio sonoro inquieto e imprevedibile, fatto di inciampi e di codici anche molto diversi tra loro. Rumori, voci di musiche lontane e antiche, poesie brevi e crudeli, strumenti artigianali, radio-amplificatori, dispositivi elettronici di scarto e stralci di canzoni francesi tratteggiano un folklore ancestrale e contemporaneo.
In cinque, dal sud-est della Francia, i Bégayer arrivano al Circolo DEV dopo aver recentemente pubblicato tre volumi del “Préambule bègue” (“preambolo balbuziente”), in cui percussioni, liuti, tamburelli, cornamuse, oggetti e field recording sembrano solo strumenti di fortuna per interpretare una collisione deforme tra segni antichi e rumori moderni. Materiale a sufficienza per un’antropologia deviata.
Scritto da Chiara Colli