Jeremiah Fraites, percussionista, cofondatore e motore compositivo dei The Lumineers per qualche strano caso del destino, ha pubblicato il suo album di debutto da solista “Piano Piano” poco prima che la pandemia travolgesse il comparto musicale. Il disco così è rimasto sospeso per qualche anno, ma finalmente trova il modo di potersi mostrare al pubblico all’interno della tre giorni milanese di Piano City. Fraites, negli ultimi dieci anni, ha messo da parte una raccolta di idee e canzoni che non sembravano adatte alla band, ma che hanno appunto trovato una nuova forma del tutto strumentale in Piano Piano. Si può sicuramente ritrovare il suo stile di scrittura malinconico e l’essenza della melodia folk che caratterizza gli album dei The Lumineers, ma con ancora più intensità ci guida dolcemente attraverso storie e mondi percorsi da infiniti flussi emotivi facendoci provare un ampio spettro di emozioni che parte dal dolore, passa all’euforia, per ritornare nuovamente al dolore.
Jeremiah ha registrato lui stesso la maggior parte della strumentazione con l’aiuto di alcuni amici tra cui la violinista dei The Lumineers, Lauren Jacobson, che ritroviamo nelle atmosfere di alcuni brani. Dall’inizio alla fine Piano Piano è la rappresentazione del viaggio, passo dopo passo che Fraites ha intrapreso con questo nuovo progetto: etereo, straordinariamente intimo, elegante, sofisticato e dal sapore antico.
Scritto da Simona Ventrella