È il più grande festival multidisciplinare diffuso d’Europa e la cosa non ci sorprende visto che i numeri della Biennale MarteLive parlano da soli. Diciassette giorni a partire dal 18 ottobre, oltre 1200 artisti in oltre 70 location, con una programmazione eterogenea che spazia dalla musica al teatro, dalla danza ai videoclip. I concerti non mancheranno e fra i tanti ci segniamo già Seun Kuti con i suoi Egypt 80, King Buzzo in duo con Trevor Dunn, Shabaka, Joshua Idehen ed il ritorno dei La Crus.
Ma si parte alla grande già con la preview del 27 settembre, quando gli Heliocentrics, assenti da Roma da un paio di anni, saranno sul palco dell’Angelo Mai. Il collettivo musicale londinese guidato dal batterista Malcolm Catto ci guida ormai da quasi un ventennio attraverso una mappa interstellare che, complice l’onnipresente spirito di Sun Ra, reca sempre ben delineata la posizione degli anelli di Saturno. Possiamo anche chiamarla jazz o fusion, ma la musica suonata dagli Heliocentrics, con le sue contaminazioni afro-funk, finisce per essere uno space rock lisergicamente psichedelico, in modo particolare dal vivo dove i video proiettati sulla scena e sui musicisti finiscono per trasportare ancor più lo spettatore in una dimensione altra.
Dopo l’ultima fatica discografica a loro nome – che poi in realtà sono due – datata 2020, quando uscirono a breve distanza l’uno dall’altro “Infinity Of Now” e “Telemetric Sounds”, il 2023 ha visto la pubblicazione su Cuss Records di “Legna”, a firma “The Gaslamp Killer meets The Heliocentrics”, un LP che vede la band di Catto incontrare gli arrangiamenti e la produzione di William Bensussen, in arte Gaslamp Killer. Una collaborazione, questa con il dj e produttore di Los Angeles, che segue quelle più tradizionali con Mulatu Astatke, Lloyd Miller, Orlando Julius e Melvin Van Peebles che, fin dagli inizi, hanno arricchito la discografia degli Heliocentrics.
Scritto da Carlo Cimmino