Kenny Dixon Jr. è il re della Detroit House più roots e sudata: là dove un altro gigante del genere come Theo Parrish punta su territori più mentali, lui punta all’estasi via groove terreni. Non che le produzioni e i dj set di Moodymann siano un affare “classico”: in più di vent’anni di carriera troverete tutte le sue influenze (afro, soul, funk, hip hop, jazz etc.) spezzate in sghembi loop polverosi, filtrate da una spesso cortina di fumo e montate su beat belli grassi dallo swing sempre sfattone, mai ottusamente “dritto”. L’ottimo album dell’anno scorso – titolato semplicemente Moodymann – va oltre toccando tutti veramente tutti i generi, quasi una roba à la Prince, con tanto di traccia finale funkadelica.
Ora, se la memoria non mi inganna, l’ultima volta che Moody è venuto a Roma in un club al chiuso è stato nel 2009, proprio al Goa: un’assenza assurda per una città in cui la sudata ed estatica tensione jazzy di Shade of Jae (uno dei tanti capolavori del nostro) è anthem impossibile di minuti senza cassa, che quando poi entra ha una pezza swingata più unica che rara. Capirete da soli quindi che il suo ritorno di Moodymann è un evento, che il suo dj set, per quanto imprevedibile, ci porterà dritti al centro del groove. E spero non debbano passare altri 6 anni per godercelo nuovamente!
Scritto da Marco Caizzi