Inga, una di noi. Con le nostre abitazioni imprecise, incompiute, che alla fine sono il nostro riflesso. Abbandoniamoci all’incompletezza umana e abbraciamola, vivendo appieno le possibilità che ci lascia questo sistema aperto. Nello scenario che esplora la funzionalità colorata della designer in Triennale per la mostra “Inga Sempé: La casa imperfetta”, curata da Marco Sammicheli, siamo gentilmente incoraggiati a abitare gli ambienti progettati dallo Studio A/C. Basta approccio passivo, niente asettica contemplazione del lavoro di altri. La richiesta infatti è spontanea e accogliente: lo spazio e il lavoro di Inga chiamano i nostri gesti quotidiani, possiamo muoverci, toccare, usare, vivere, lasciando un’impronta in una “casa imperfetta” arricchita da oggetti senza tempo e disegni, insieme a opere di artisti internazionali. E in cui aleggia il profumo di vita.

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Inga, one of us. With our imprecise, unfinished dwellings… which in the end reflect who we are. Let’s embrace human incompleteness and live fully the possibilities that this open system leaves us. In the scenario exploring the colorful functionality of the designer at Triennale for the exhibition “Inga Sempé: The Imperfect House,” curated by Marco Sammicheli, we are gently encouraged to inhabit the environments designed by Studio A/C. No more passive approach, no sterile contemplation of others’ work. The request is spontaneous and welcoming: Inga’s space and work call for our daily gestures, we can move, touch, use, live, leaving a mark in an “imperfect house” enriched by timeless objects and designs, along with works by international artists. And where the scent of life lingers.