Il dramma di Schiller viene portato in scena al Teatro Basilica da Michele Sinisi. L’opera rappresenta sicuramente un’unicum della produzione schilleriana, affrontando i complessi temi del dualismo interiore tra bene e male, il desiderio di rivoluzione e di opporsi alle ingiustizie.
Questa continua e sempre più violenta rivoluzione non è però scevra di errori, di vanità umane e di imperfezioni, i personaggi nel folle gioco dell’annullarsi a vicenda scivolano nei più tetri meandri dell’anima, il fine non è più in grado di giustificare i mezzi, gli ideali si infrangono contro la realtà e l’ordine sociale. Così Karl, quello che dovrebbe essere il fratello “buono” e “virtuoso”, comincia una discesa agli inferi per mano delle bugie ben architettate dal fratello. È possibile portare giustizia sociale ed equità attraverso la lotta, lo spargimento di sangue e gli eterni conflitti?
L’interrogativo è quasi sempre lo stesso, Karl capirà ben presto che “non si può sognare di liberare il mondo, commettendo atrocità”, peccato che siano passati più di 240 anni dalla prima rappresentazione di questo testo e l’insegnamento di Karl purtroppo non è ancora stato universalmente colto.
Scritto da Andrea Di Corrado