Prendendo il nome in prestito dalla pellicola di John Waters che vedeva protagonista un giovane Johnny Depp, Sabina Meyer e Alberto Popolla tornano questa sera con il loro nuovo duo, fresco della vetrina offerta da Battiti lo scorso gennaio, nel salotto del Metro Core, dove si erano già presentati meno di un anno fa in trio con David Ryan. Due bassi elettrici e la voce di Sabina Meyer, che della capacità di spaziare dal barocco al contemporaneo ha fatto da tempo il suo punto di forza.

Che si tratti di canzone brechtiana o sperimentazione elettronica, delle opere barocche di Monteverdi o di quelle vocali di Berio o Scelsi, non potremmo mai pensare a una voce più adatta della sua. Svizzera, ma romana d’adozione, la ricordiamo, tanto per fare qualche esempio, in duo con Eugenio Colombo in uno degli appuntamenti di Circuiterie al Nuovo Cinema Palazzo e in trio con Elio Martusciello e Simone Colavecchio negli splendidi saloni di Palazzo Corsini a presentare “Ninfa in lamento” per il RomaEuropa Festival di qualche anno fa.

Generalmente ai clarinetti, ma da qualche tempo tornato ad imbracciare l’amato basso, abbiamo Alberto Popolla, che ricordiamo membro dei Roots Magic, visti ad inizio mese in uno dei concerti di Jazz Winter da Zurla, e del duo Improgressive con Errico De Fabritiis, tornati da pochi giorni a suonare dal vivo dopo un lungo silenzio. Al Metro Core è quasi di casa, dove di recente ha diretto l’Orchestra Giuseppi Logan e si è esibito con il trio Pond Waves. Improvvisazione ma non solo, con brani originali e versioni rielaborate di classici di Nina Simone, Joni Mitchell e Robert Wyatt. Insieme a loro, per l’occasione, un ospite speciale: Ferdinando Faraò alla batteria, che insieme a Popolla avevamo già visto su questo stesso palco lo scorso anno negli Henry Trio.