Quando le arti si spargono, capita che s’aggreghino e generino ibridi in sospensione tra un non più e un non ancora. Stanotte, ai margini della città, un po’ di nascosto, un po’ senza regole, le visioni fluide e interdisciplinari di C2C Festival e adidas Originals si incontrano per celebrare la libertà di sperimentare, amalgamare, disordinare musica e moda con una festa pazzesca in occasione della campagna “1000 Back”. Non a caso, questa confusione accade proprio al District 272, un luogo che è stato un cinema, poi uno striptease, e poi ancora una disco. La sovrapposizione di forme, generi, intenti si riflette nella direzione artistica dell’evento, e più in generale del festival, che intercetta scene transglobali in continuo mutamento. 

Tra gli artisti più incontenibili c’è Sega Bodega: produttore, cantante, liricista, dj e co-fondatore dell’etichetta NUXXE insieme a Coucou Chloe, Shygirl e Oklou. La sua identità caleidoscopica interviene su media differenti e complementari con ritmi vorticosi, riconoscibili in alcune tracce di figure iconiche del pop contemporaneo tra cui Björk, Rosalia, Caroline Polachek e Arca. Nei suoi set, manipolazioni sonore e campionamenti vocali complicano produzioni oscure e selezioni scombinate di elementi hip-hop, drum ‘n bass e elettronica left-field.

Ricerca compulsiva e contaminazione istintiva agitano anche l’iper-realismo allucinato di DJ Phyton. Recuperando pulsioni dalle sue origini sparse tra Stati Uniti, Argentina e Ecuador, l’artista mescola profonde onde ipnotiche e slanci ritmici improvvisi con un’impeccabile capacità ricombinante. Ne deriva un ascolto sincopato e fluido, sbilanciato tra i pieni e i vuoti di un deep reggaeton.

Dietro ai piatti dei circuiti underground, Sister Effect usa lo stesso approccio scompigliato per districarsi tra suoni destabilizzanti. Immergendosi acusticamente in stati alterati, esplora la natura dell’esistenza attraverso psichedeliche sbavature digitali. I toni computerizzati, seppur molto più esaltati, si ritrovano anche nelle tracce di Splendore, che destruttura e contesta i filtri percettivi sulla realtà manipolando hyper-pop e IDM all’avanguardia.

Musica e imprevedibili declinazioni artistiche collidono negli act di questa notte turbolenta, generando un’unione caotica un po’ fanciullesca, ingenuamente pasticciata, ma radicalmente liberatoria, in cui la danza accade improvvisa e ha il sapore di quello che abbiamo perso. Perso, e a un tratto ritrovato.

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